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ANIMALI  IN  ESTINZIONE

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LE CAUSE PRINCIPALI

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Il consumo di suolo:

Il Consumo di suolo è il principale driver del declino della biodiversità, dovuto al sovrasfruttamento e all'agricoltura. 

Negli ultimi 50 anni la nostra Impronta Ecologica, ossia il nostro consumo di risorse naturali, è incrementata del 190% con un effetto diretto sul consumo di suolo.

Questo progressivo degrado esercita numerosi impatti, diretti ed indiretti, sulla ricchezza della biodiversità.

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Il cambiamento climatico: 

I meccanismi con cui i cambiamenti climatici possono mettere a rischio la biodiversità del pianeta sono diversi, fra cui i più importanti: i cambiamenti nelle temperature terrestri e marine, le modificazioni nel regime delle precipitazioni, nel livello dei mari, nell'estensione e durata dei ghiacci terrestri e marini, nell'albedo, nella frequenza e nell'intensità degli eventi meteorici estremi. 

L'analisi curata dalla IUCN, che registra lo stato in cui versano le specie di mammiferi e uccelli, indica che quasi la metà (il 47%) delle specie di mammiferi marini monitorate e quasi un quarto degli uccelli (24,4%) subiscono l'impatto negativo dovuto ai cambiamenti climatici. In totale si tratta di circa 700 specie.

Per approfondire l'argomento andate a vedere la pagina della mia compagna Giada.

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L'inquinamento:

L'inquinamento atmosferico, dove hanno grande peso le centrali elettriche a carbone, miete ogni anni 7 milioni di vittime. 

Ma l'inquinamento è anche nei nostri mari. Solo nel Mar Mediterraneo si stima che ogni anno vengano riversate nel nostro mare 600 mila tonnellate di petrolio e 570 mila tonnellate di plastica.

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Diffusione delle specie esotiche: 

Le specie esotiche, talvolta chiamate "aliene", sono piante, animali e altri organismi introdotti dall'uomo, accidentalmente o volontariamente, al di fuori della loro area di origine. Attualmente si stima che siano ben 12.000 le specie aliene introdotte in Europa con un incremento vertiginoso (+96%) negli ultimi 30 anni. 

Le specie aliene sono considerate una delle minacce mondiali per la biodiversità, per questo l'Europa ha stilato un elenco di 49 specie invasive più pericolose e vietato per esse l'introduzione e il transito nel territorio nazionale; la detenzione; l'allevamento e la coltivazione; il trasporto, la vendita, il commercio e l'utilizzo, ma anche la cessione a titolo gratuito o lo scambio; così come la riproduzione e il rilascio nell'ambiente. 

LE NOSTRE RESPONSABILITÀ

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Non è facile per l’uomo allargare sempre più i confini dei territori dove vive alla ricerca di nuove terre da sfruttare, senza restringere gli spazi per le altre specie che abitano con noi questo pianeta. Un concetto semplice, ma che trova una conferma drammatica in uno studio realizzato da scienziati dell’Università di Yale e pubblicato su Nature Climate Change, il quale dimostra che se la situazione attuale non cambierà direzione, entro il 2070 vi saranno ben 1.700 specie di anfibi, uccelli e mammiferi a rischio di estinzione totale se non già estinti completamente.​

Rilevanti per l’estinzione degli animali sono anche il bracconaggio, la presenza di specie invasive e le malattie. Anche in questi casi, l’attività umana contribuisce a ridurre la biodiversità. Infatti, attraverso il bracconaggio e l’introduzione di animali in habitat che non sono i loro originari provocano danni all’ambiente.

Se delle specie entrano in contatto in un ambiente nuovo possono entrare in competizione – direttamente o indirettamente – con quelle native, spesso prendendo il sopravvento. Inoltre, con l’arrivo di nuovi animali è facile che con essi giungano anche nuovi parassiti o malattie a cui le difese immunitarie degli organismi autoctoni non sono preparate ad affrontare.

Per fare un esempio a noi vicino, in Italia, l’introduzione dello scoiattolo grigio, della tartaruga americana (attraverso il commercio come animale domestico) e del gambero della Louisiana (giunto in Europa per scopi alimentari) stanno mettendo a rischio l’esistenza dello scoiattolo rosso, della tartaruga europea e del nostro gambero di fiume. Attenzione però: gli animali di per sé non sono né buoni né cattivi e non vanno colpevolizzati per l’estinzione di altre specie. L’unico vero responsabile è l’uomo. Noi, oltre ad essere la «minaccia numero uno», abbiamo anche la possibilità e la responsabilità di invertire rotta alla sesta estinzione di massa.

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Cosa possiamo fare?

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  • Fai attenzione innanzitutto alle specie della tua zona che hanno bisogno di aiuto. Gli animali in pericolo di estinzione possono sembrare un problema lontano, ma è probabile che esistano specie minacciate (dagli uccelli agli orsi e agli insetti) nei dintorni della tua stessa città.

  • Dai preferenza a tecniche di giardinaggio e agricole naturali. In giardino elimina l'utilizzo di pesticidi chimici a favore dei deterrenti naturali. Dai alle specie locali minacciate o in via di estinzione la possibilità di prosperare senza essere aggredite da tossine inutili. Le acque di scarico possono diffondere le sostanze chimiche contenute nei pesticidi anche lontano da casa, quindi, con la giusta accortezza, hai la possibilità di offrire benefici a un habitat più grande di quello che immagini.

  • ​Considera le tue esigenze di spazio. Molte persone sognano di avere un giardino enorme con un prato verde incontaminato, ma lo smisurato sconfinamento dell'essere umano negli habitat naturali costituisce una delle cause principali del pericolo di estinzione che sta minacciando alcune specie.

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cosa possiamo fare più in grande?

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Esistono numerose associazioni per la preservazione degli animali in via di estinzione.

Nel nostro piccolo ognuno di noi può aiutare con una piccola donazione.

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